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La nostra storia – Terza parte

Il primo vero pellegrinaggio in cui abbiamo accompagnato delle persone è stato però nell’aprile 2009. Fino ad allora eravamo sempre stati abituati a viaggiare da soli.
Come di consueto quasi all’ultimo momento decidiamo di partire per Medjugorje, quando una coppia di amici Maria Grazia e Sergio ci chiedono di potersi unire a noi.

Avvertiamo in quel momento che la Madonna ci stava mettendo alla prova: forse Maria voleva vedere con che spirito iniziavamo ad affrontare il tutto. Pensando a questo, abbiamo accettato serenamente e siamo partiti. È stata una bellissima esperienza, la prima in veste di accompagnatori.
Abbiamo capito che non ha importanza il numero delle persone che porti, è importante invece lo spirito con cui accompagni le stesse. Le responsabilità che tu hai verso i pellegrini o le preoccupazioni che un pellegrinaggio comporta, non devono far temere, se ciò che fai lo fai col cuore, in quanto senti la presenza di Maria, il suo aiuto, abbiamo capito che è Lei che desidera questo.
In molti messaggi la Madonna ci chiede di essere suoi apostoli e quindi noi cerchiamo di vivere ciò, dandoLe fiducia.

Fra i molti incontri avvenuti a Medjugorje, uno riveste per noi una particolare importanza ed è accaduto nei giorni di Pasqua di quell’aprile 2009. Elisa stava scendendo il Krizevac il Monte della Croce. Questa ragazza era salita e stava scendendo scalza dal monte per ringraziare Dio per una grande grazia ricevuta.

Era dolorante, non riusciva quasi più a camminare. Un sacrificio enorme! Anche noi scendevamo dal monte e incontrandola alla terza stazione della Via Crucis le chiediamo se vuole aiuto. Lei risponde affermativamente e dice che è umiltà anche accettare o chiedere aiuto, quindi insieme scendiamo pian piano. Ci racconta che era tornata in quel posto meraviglioso per ringraziare la Madonna e Dio per la ripresa della sua motilità alle gambe, in quanto fino al precedente pellegrinaggio camminava con le stampelle. Una mattina ai piedi del Krizevac le ha miracolosamente abbandonate riuscendo a salire senza. Per questo aveva voluto ritornare in quel luogo ed offrire a Lui questo sacrificio, lasciando le scarpe in auto affinchè non venisse la tentazione di calzarle.

Arrivati poi alla sua auto, ci ha salutati ringraziandoci e donandoci un piccolo Rosario al quale lei era affezionata, benedetto nel Santuario di Loreto durante un’apparizione della Madonna a un veggente.
Questo Rosario è stato per noi come la benedizione della S.Vergine sul cammino che stavamo iniziando e anche, forse, l’ultimo tassello del nostro puzzle.

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Il tempo a Medjugorje

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